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Andrea Camilleri: Un Covo di Vipere

Ecco l'immagine del libro Un Covo di Vipere
Note Libro
1a edizione: Palermo 2013
Versione recensita: Sellerio 2013
ISBN 9788838930539, 272 pagine
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 6,67

Premessa

Era da tempo che non esaminavamo un testo di Andrea Camilleri. Siamo sinceri: non è che il personaggio di Montalbano, con i suoi modi asciutti ma sotto sotto mosso da un grande cuore, ci avesse storicamente galvanizzato. Ciò nonostante, dobbiamo rilevare che Camilleri sfoggia una gradevole crescita. Il volume è stato pubblicato nel 2013 ma è stato scritto nel 2008 e non si sa quanto sia stato rivisto prima dell'edizione finale (una certa frase di Livia su una brutta moda italiana ci sembra molto attuale). Ad ogni modo, in questo testo l'autore dosa più finemente del solito gli elementi distintivi dei diversi personaggi. La trama ha qualche risvolto in cui la mano dell'autore dirige gli eventi in maniera un po' troppo evidente, ma alla fine della lettura - e in barba ai fatti descritti, che non sono propriamente leggeri - resta la gradevole sensazione di avere avuto fra le mani un lavoro cui non manca la compiutezza.

Trama

Non è facile discutere della trama di un romanzo "giallo" senza svelare nulla che possa rovinare la scoperta della soluzione all'eventuale lettore della recensione e del libro. Riveleremo soltanto che il famoso commissario deve risolvere il mistero del delitto di una persona poco per bene, che molti avrebbero voluto fare fuori. Siamo costretti, per valutare il testo, anche ad anticipare che Montalbano si fa un idea di chi possa aver ucciso la vittima in una maniera piuttosto fortunosa. Noi non crediamo che il caso non debba entrare nella trama del racconto (come diceva Nabokov, le coincidenza accadono di continuo nella vita reale, perché dovrebbero essere ignorate dalla letteratura?), però in alcuni tratti abbiamo avuto l'impressione che certi personaggi si trovassero in certi posti e in certi momenti proprio per fornire notizie utili all'indagine.
voto trama: 6,0

Personaggi

La crescita di Camilleri come scrittore si verifica nella definizione dei personaggi. Sia Montalbano sia i comprimari risultano, in questo volume, verosimili, perché abilmente descritti con tutti i contrasti e le contraddizioni delle persone reali. Montalbano invecchia e comincia ad ammettere credibilmente i propri limiti. Di conseguenza, è più paziente rispetto alle imperfezioni di chi gli sta accanto (l'unica cosa che continua a non andargli giù, in maniera francamente esagerata pur nel contesto romanzato, è la cucina della companga non-siciliana).

Camilleri inoltre conosce bene le donne e riesce a dipingerle in maniera persuasiva. Non ha un modello di donna, come molti scrittori uomini: sa rappresentare donne che reagiscono a circostanze simili nei modi più diversi. E' un peccato che i personaggi, ben descritti, si trovino protagonisti di vicende raccontate talvolta in maniera poco plausibile.
voto personaggi: 7,5

Stile

Lo stile di Camilleri rimane originale anche in questo volume. La lingua in cui è scritto è il consueto (per Camilleri) italiano frammisto a siciliano, che quasi qualsiasi italiano riesce a leggere con scioltezza e che non si può non definire un esperimento riuscito di fusione fra idiomi. Con la sua indovinata lingua ibrida, l'autore riesce a regalare al lettore l'idea di una regione che si distingue dal resto del Paese ma che ne è comunque uno dei motori. Nella Sicilia di Camilleri, a differenza di quanto raccontato da altri scrittori isolani, le difficoltà economiche e l'incombenza del crimine organizzato non sono una scusa per nessuno; ognuno è ritenuto causa dei propri guai e autore delle proprie fortune, alla faccia della cultura fatalista, e rinunciataria, che si attribuisce al Meridione.

Le oltre 250 pagine del romanzo fluiscono celermente nonostante la lingua non semplicissima. Camilleri non si perde mai in dettagli inutili e riesce a mantenere la tensione della ricerca del solito assassino senza negarsi qualche momento comico. Se lo scrittore siciliano avesse curato lo svolgersi della trama come ha curato i personaggi, ci saremmo trovati di fronte a un libro notevole.
voto stile: 6,5

Note Finali

Questo volume ci ha colpito favorevolmente, considerato lo scarso interesse che ultimamente ci aveva suscitato l'universo di Camilleri. E' scritto con un lessico originale ma mai problemativo per chi non conosce la lingua della regione cui s'ispira. Parte con la pretesa di non insegnare niente a nessuno ma, quando il lettore abbassa la guardia, sferra un paio di piacevoli colpi allo status quo dell'attenzione "estiva". Noi abbiamo l'impressione che Camilleri avrebbe tutte le potenzialità per rallentare la produzione di questi romanzi e trasformare Montalbano in qualcosa di più complesso e intrigante. Non siamo sicuri che Ingravallo sia dietro l'angolo, ma non capiamo perché uno scrittore dotato non debba provare a raggiungerlo.
voto finale: 6,67
Foto Andrea Camilleri
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