Paolo Di Paolo: Mandami Tanta Vita
Note Libro
1a edizione: Milano 2013
Versione recensita: Feltrinelli 2013
ISBN 978807019425, 160 pagine
1a edizione: Milano 2013
Versione recensita: Feltrinelli 2013
ISBN 978807019425, 160 pagine
Voto finale (trama, personaggi, stile) = 7,0
Premessa
Mandami Tanta Vita, il nuovo romanzo del giovanissimo Paolo Di Paolo, rappresenta una rarità nel panorama letterario italiano: con grande amore per la Storia, per il nostro Paese e per il senso civico che oggi in esso vi manca, Di Paolo mette in forma di romanzo una vicenda accaduta durante il ventennio fascista, un periodo che evidentemente ricorda all’autore qualcosa di simile a quanto avviene qui e ora. Lo fa con ottimo uso della lingua nazionale. L’incedere del libro risulta in alcuni tratti rallentato, ma crediamo questo sia ben giustificato dall’approccio fedele al fatto storico.
Trama
Mandami Tanta Vita si può definire un romanzo storico: racconta un episodio davvero accaduto - ovvero l’allontanamento dal nostro Paese, a opera dei fascisti, di un intellettuale la cui identità precisa viene svelata solo alla fine del romanzo, e che quindi ometteremo - contornandolo con trame inventate ma verosimili in quel periodo storico.
C’è un bel po’ di sentimenti, ma non ci sono sdolcinatezze. Ci sono incontri fortuiti, ma non poco credibili coincidenze. Insomma, il testo è connotato da un certo equilibrio. La focalizzazione del romanzo intorno a una figura storica ben definita non permette all’autore di rendere il tono del romanzo molto vario; in certi punti, dunque, si avverte un'uniformità forse eccessiva.
C’è un bel po’ di sentimenti, ma non ci sono sdolcinatezze. Ci sono incontri fortuiti, ma non poco credibili coincidenze. Insomma, il testo è connotato da un certo equilibrio. La focalizzazione del romanzo intorno a una figura storica ben definita non permette all’autore di rendere il tono del romanzo molto vario; in certi punti, dunque, si avverte un'uniformità forse eccessiva.
voto trama: 6,5
Personaggi
Paolo di Paolo ci riporta nella prima parte del secolo scorso. Sui diversi personaggi svetta colui intorno al quale il libro è costruito, ovvero l’editore costretto dai fascisti all’esilio in Francia, dove non se la passerà - ahinoi - bene. Non si può restare indifferenti dinnanzi al destino del nostro intellettuale e - in generale - alla stupidità nostra italiana di aver permesso al fascismo di prendere il potere e spezzare giovani e preziose vite (in molti casi, quelle delle menti migliori del Paese).
Ci sono altri giovani personaggi: l'attenzione è in particolare per un giovane e inquieto pensatore piemontese i cui destini in qualche modo s'incrociano con quelli dell'intellettuale in esilio.
Un limite dei personaggi è che Di Paolo - probabilmente per non rischiare di tradire il contesto storico - non analizza molto a fondo le loro motivazioni. Li fa parlare e fa loro spiegare perché prendono certe decisioni, ma si va sotto la superficie meno spesso del dovuto e non si comprende se questi personaggi hanno dubbi, incertezze, oppure come sono nate le loro certezze. A noi sarebbe piaciuto che l’autore avesse preso qualche rischio in più e avesse condotto un’analisi dei caratteri più approfondita.
Ci sono altri giovani personaggi: l'attenzione è in particolare per un giovane e inquieto pensatore piemontese i cui destini in qualche modo s'incrociano con quelli dell'intellettuale in esilio.
Un limite dei personaggi è che Di Paolo - probabilmente per non rischiare di tradire il contesto storico - non analizza molto a fondo le loro motivazioni. Li fa parlare e fa loro spiegare perché prendono certe decisioni, ma si va sotto la superficie meno spesso del dovuto e non si comprende se questi personaggi hanno dubbi, incertezze, oppure come sono nate le loro certezze. A noi sarebbe piaciuto che l’autore avesse preso qualche rischio in più e avesse condotto un’analisi dei caratteri più approfondita.
voto personaggi: 6,5
Stile
Paolo Di Paolo ama molto la lingua italiana e sembra che questa ricambi: le sue pagine sono composte da frasi magari poco “giovanili” ma encomiabili per la lucidità e la pulizia. Come dicevamo nel paragrafo “Trama”, in alcuni punti del testo si ha l’impressione che il romanzo potrebbe presentare toni un po’ più vari; non sappiamo però come sarebbe andata l’operazione, considerata la particolare ambientazione storica.
Una cosa che non ci è piaciuta è che i movimenti dei personaggi per le città sono accompagnati da una nomenclatura stradale esagerata. A nostro avviso, Di Paolo cade nell’errore dell’emigrato (o di chi scrive di una città in cui non è nato) di voler documentare tutto il nuovo che incontra; si tratta però dell'unico appunto di tipo stilistico che si possa ascrivere al testo.
Una cosa che non ci è piaciuta è che i movimenti dei personaggi per le città sono accompagnati da una nomenclatura stradale esagerata. A nostro avviso, Di Paolo cade nell’errore dell’emigrato (o di chi scrive di una città in cui non è nato) di voler documentare tutto il nuovo che incontra; si tratta però dell'unico appunto di tipo stilistico che si possa ascrivere al testo.
voto stile: 7,5
Note Finali
Mandami Tanta Vita è un testo sulla gioventù, ma non necessariamente rivolto ai giovani. Ha un messaggio universale ispirato da un momento storico (particolarmente?) sfortunato. E’ un volume giovane, ma non è affatto “fashionable”. Molto del suo fascino viene proprio da questa contrapposizione.
Voto finale: 7,0
