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Maurizio Matrone: Piazza dell'Unità

Ecco l'immagine del libro Piazza dell'Unità di Maurizio Matrone
Note Libro
1a edizione: Milano 2011
Versione recensita: Marcos y Marcos 2011
ISBN 9788871688561, 272 pagine
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 7,17

Premessa

Piazza dell’Unità, il romanzo più recente dell’ex poliziotto Maurizio Matrone – ora direttore creativo della Fondazione Franco Maria Ricci, nonché co-autore del saggio "Narrativa d'Impresa" – racconta una storia piuttosto originale dell’Italia contemporanea: i protagonisti appartengono a cosiddette “minoranze etniche” più o meno integrate, mentre sono soltanto osservatori quelli che italiani lo sono da più generazioni.

Le storie delle “minoranze” si intrecciano in una trama non chiarissima ma tutto sommato credibile e si scopre un quadro piuttosto interessante dei “nuovi italiani”. Matrone è abile nel non proporre quasi mai giudizi (tranne nel caso di una poliziotta piuttosto “isterica”), lasciando al lettore la decisione se gli piace quello di originale che viene riportato.

Trama

Nella scuola italiana del ventunesimo secolo, i personaggi più in vista sono giovani cinesi, marocchini, albanesi e rumeni. Sono loro che fanno innamorare, che generano invidie e gelosie, che animano la vita quotidiana. Questa loro iper-attività li porta all’attenzione delle forze dell’ordine, le quali non riescono a interpretare facilmente i loro codici, i loro costumi e le loro intenzioni.

In “Piazza dell’Unità”, la storia è innescata dalla gelosia di una giovane di etnia cinese ma nata a Bologna, Schen Li, per un ragazzo arabo, Mohammad, che assomiglia a Riccardo Scamarcio e che non si accontenta di stare soltanto con la giovane sino-italiana. Per la disperazione del padre, Mohammad non si accontenta neanche del sesso, per animare le proprie giornate: consumo e spaccio di coca sono per lui eccitanti quanto il corpo delle compagne di scuola che lo guardano con bramosia.

Gli stratagemmi di Schen Li, o meglio della terribile sorella, per punire Mohammad e affermare il proprio dominio s’intrecciano con il desiderio di emergere di altri immigrati o figli d’immigrati, in un turbinio di avvenimenti (e passaggi più o meno fortuiti di somme di denaro) che gli italiani stentano a comprendere.

La trama di questo romanzo è a tratti reboante (sembra che fra le minoranze abbiano rilevanza quasi esclusiva solo il linguaggio del sesso e dello “sballo”) ma si fa leggere con interesse e risulta tutto sommato plausibile; soprattutto, è originale (per chi non lavora nelle forze dell’ordine: immaginiamo che per gli ex colleghi di Matrone questo testo riecheggi una serie di circostanze con cui si confrontano quotidianamente)
voto trama: 7,0

Personaggi

Non ci era ancora capitato di leggere un romanzo in cui le minoranze etniche non vengono raccontate solo come la parte della popolazione da proteggere, ma sono soprattutto quelle che fanno qualcosa (più o meno apprezzabile) nella comunità.

Matrone attinge alla propria esperienza di redattore di verbali di Polizia e disegna personaggi molto diversi da quelli della letteratura italiana ma non per questo non sfaccettati.

Come accennavamo nella premessa, il personaggio meno riuscito è proprio quello italiano di cui si parla più estesamente: una poliziotta che non riesce a trattenere l’aggressività e che getta su di sé il ridicolo quando pensa di poter influenzare una dinamica fra minoranze di cui non ha capito in realtà nulla (con un’ingenuità che a noi è parsa esagerata).
voto personaggi: 7,0

Stile

“Piazza dell’Unità” si può definire un romanzo giovane, perché protagonisti sono gli italiani di seconda generazione, i quali sono spessissimo giovani. E’ per questo che la lingua “classica” è farcita dal linguaggio colloquiale, da riferimenti a SMS e video. Matrone si trova a proprio agio con queste commistioni di lessici e riesce a mettere a proprio agio anche il lettore. Questo testo racconta una storia, ma ha anche un valore sociologico, perché presenta un mondo che Matrone ha conosciuto di persona ma che la maggior parte degli italiani ignora.
voto stile: 7,5

Note Finali

Un romanzo molto singolare, a tratti addirittura innovativo. Andrebbe letto da tutti quelli che si chiedono cosa fanno gli italiani che non hanno un cognome italiano, un fenomeno che alcuni vorrebbero far passare come aberrazione ma che rappresenta sempre più consistentemente la norma.
Voto finale: 7,17
Foto Maurizio Matrone
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