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Matthew Kneale: An Atheist's History of Belief

Ecco l'immagine del libro
Note Libro
1a edizione: UK 2013
Versione recensita: Bodley Head 2013
ISBN 978-1847922625, 272 pagine
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Voto finale (trama, personaggi, stile) = 7,33

Premessa

An Atheist’s History of Belief (che si potrebbe tradurre con Storia della Fede per Mano di un Ateo) è il primo saggio scritto da Matthew Kneale, un romanziere britannico di famiglia ebraica non praticante il quale ha vissuto per anni in giro per il mondo (ora si è fermato a Roma) prima di cominciare a dire la propria sul medesimo.

Si tratta del tentativo di dare una interpretazione del perché noi esseri umani (chi più, chi meno) abbiamo la predisposizione ad affidarci a un Credo, religioso o politico che sia. Kneale non intende essere dissacratorio: suggerisce alcuni fenomeni piuttosto semplici che potrebbero aver ispirato il sentimento religioso nel tempo. Non cade nell’errore di avviare una “crociata contro il credo” e – alla fine dei conti - lascia al lettore il non facile compito di chiedersi se la Fede abbia origini soltanto terrene o nasca da vocazioni più elevate.

Trama

La storia della Fede nasce, apparentemente, da quando l’uomo primitivo realizzò il primo schizzo sulla parete di una caverna. Il Credo accompagna la difficoltà di stare al mondo: subito dopo aver abbracciato l’agricoltura, i nostri avi, secondo Kneale, divennero particolarmente soggetti ai capricci della Natura e cominciarono a immaginarla animata tentando d’ingraziarsela tramite il rito e il sacrificio.

Apparentemente, vi sono punti di convergenza fra quasi tutti i concetti di Fede: oltre al desiderio di accattivarsi le forze naturali, i primi religiosi covavano la segreta speranza di sovvertire lo status quo politico e venivano guidati da un rappresentante “rinnegato” della classe sociale che si voleva sovvertire. Questo è un tratto che, secondo Kneale, troviamo anche nel marxismo: come il testo di molte religioni, il manifesto comunista era scritto da un borghese che aizzava i meno abbienti a prendere il posto (e i beni) dei borghesi. Kneale è abile a sottolineare queste trame segrete della Storia (con la S maiuscola) e a rendere la propria storia (questa volta con la S minuscola) decisamente trascinante.
voto trama: 8,0

Personaggi

I protagonisti di questo testo siamo tutti noi umani, che dall’alba dei tempi abbiamo dovuto confrontarci con la fame, la malattia, i disastri naturali. Kneale, pur ateo, guarda con una certa simpatia agli antenati che per primi parlarono di spiriti, di aldilà e di apocalisse. Certo, non rimane impassibile di fronte alle tragedie ispirate dai diversi Credi (Kneale ipotizza che la caccia alle streghe rappresentasse un Credo a sé), ma – cosa non sempre riscontrabile nel giudizio ateo della Religione - sottolinea la natura del tutto umana e degna di compassione sia di chi vive la Fede sia di chi la forgia. Il libro non è privo di ironia: il racconto di Zarathustra che riesce a convertire e a farsi seguire in principio solo dal proprio cugino è spassoso.
voto personaggi: 8,0

Stile

An Atheist’s History of Belief è arricchito da una sezione bibliografica esauriente; tuttavia non sempre si capisce quali delle teorie di Matthew Kneale derivino da suoi ragionamenti e quali invece siano supportate da studi e osservazioni ripetute. Questo è forse il limite più evidente di questo saggio, che mantiene livelli altissimi di razionalità ma che in alcuni punti necessita della disponibilità del lettore a credere (in un apparentemente atto di Fede) in collegamenti che andrebbero supportati da un maggior numero di esempi (se non di prove, benché questo ci paia un contesto piuttosto difficile da provare).

A parte questo difetto, il testo è godibile (e lo sarà di più quando qualcuno lo tradurrà in italiano!) e, come accennavamo in sede di “personaggi”, non si fa mancare l’ironia. Fa sorridere il racconto del contrasto fra le intenzioni degli iniziatori delle religioni – compreso Budda, che noi occidentali generalmente ammiriamo come personaggio illuminato e non mal-interpretabile - e il modo in cui noi seguaci abbiamo dato seguito a tali intenzioni.
voto stile: 6,0

Note Finali

Un libro intelligente, che potrebbe piacere sia a quelli che non credono (costoro avranno una conferma del fatto che fanno bene a non credere) sia a chi la Fede invece ce l’ha: il libro non aggredisce ma cerca di spiegare e suggerisce un’interpretazione che i Credenti si sentiranno spronati a discutere e magari a respingere...
Voto finale: 7,33
Foto Matthew Kneale da Wikipedia
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